Roma, 18 feb. - Solo i testimoni diretti della vicenda delle foibe potranno raccontare quel pezzo di storia nelle scuole. È quanto prevede una risoluzione del Pdl (prima firmataria la deputata Paola Frassinetti) votata all'unanimita' oggi in commissione Cultura alla Camera. "Ho voluto chiedere al governo garanzie che nelle scuole a parlare di foibe siano i testimoni diretti di quegli eventi- spiega Frassinetti, che e' vicepresidente della commissione Cultura- purtroppo negli ultimi tempi si sono verificati gravi episodi di negazionismo da parte di alcune associazioni che, ribaltando la verita' storica, travisavano completamente quelle tragiche vicende, arrivando addirittura a colpevolizzare gli italiani". Non solo "alcune scuole- ha aggiunto all'agenzia Dire la Frassinetti- hanno anche deciso di non parlare di questi argomenti di non ricordare". È accaduto, ad esempio, a Roma. Di qui la risoluzione, votata anche dall'opposizione, che punta a "incrementare" le iniziative di studio del tema negli istituti, ma anche a garantire un "maggiore controllo sulle associazioni- spiega Frassinetti- che vanno a raccontare ai ragazzi questo pezzo di storia".
sabato 20 febbraio 2010
martedì 16 febbraio 2010
Comunicato: solidarietà di classe ai compagni di Rovereto
Il Coordinamento nazionale contro il revisionismo e per la verità esprime la sua solidarietà ai compagni di Rovereto che sabato 13 febbraio 2010 si sono mobilitati per impedire ai fascisti della Fiamma Tricolore di sfilare indisturbati nella “giornata del ricordo” e che per questo hanno subito cariche ed arresti da parte delle forze repressive dello Stato.
Quanto accaduto a Rovereto dimostra una volta di più quello che è (e voleva essere) il suo senso: la giornata della menzogna divenuta verità ufficiale, della criminalizzazione dell'antifascismo e della riabilitazione ufficiale e istituzionalizzata del fascismo e di legittimazione dei fascisti attuali. Una giornata, istituita e votata da “popolo della libertà” (la loro), "centristi" e “Presunti Democratici”, in cui si giustificano i crimini e si riabilitano i criminali di un tempo per giustificare e legittimare quelli attuali. Crimini perpetrati, oggi come ieri, in nome della “nazione”, dietro la quale si nascondevano e si nascondono gli interessi di coloro che licenziano, speculano, devastano l'ambiente e la salute, che si appropriano di tutto quanto possa portare loro profitto, che ridono dei disastri che ad altri portano morte e a loro nuovi profitti.
Una giornata divenuta nei fatti “giorno dell'orgoglio fascista”, che i fascisti dichiarati celebrano con l'avallo - e spesso il denaro - delle istituzioni “nate dalla Resistenza”. Protetti, come negli anni '20 e come sempre, da polizia e carabinieri. E fronteggiati, negli anni '20 come nei decenni successivi, dall'antifascismo più autentico, quello popolare.
Di fronte a ciò nessun antifascista onesto può rimanere in silenzio, né possono valere distinguo di sorta. O si sta con i fascisti e chi li riabilita e legittima, o con gli antifascisti.
Quanto accaduto a Rovereto dimostra una volta di più quello che è (e voleva essere) il suo senso: la giornata della menzogna divenuta verità ufficiale, della criminalizzazione dell'antifascismo e della riabilitazione ufficiale e istituzionalizzata del fascismo e di legittimazione dei fascisti attuali. Una giornata, istituita e votata da “popolo della libertà” (la loro), "centristi" e “Presunti Democratici”, in cui si giustificano i crimini e si riabilitano i criminali di un tempo per giustificare e legittimare quelli attuali. Crimini perpetrati, oggi come ieri, in nome della “nazione”, dietro la quale si nascondevano e si nascondono gli interessi di coloro che licenziano, speculano, devastano l'ambiente e la salute, che si appropriano di tutto quanto possa portare loro profitto, che ridono dei disastri che ad altri portano morte e a loro nuovi profitti.
Una giornata divenuta nei fatti “giorno dell'orgoglio fascista”, che i fascisti dichiarati celebrano con l'avallo - e spesso il denaro - delle istituzioni “nate dalla Resistenza”. Protetti, come negli anni '20 e come sempre, da polizia e carabinieri. E fronteggiati, negli anni '20 come nei decenni successivi, dall'antifascismo più autentico, quello popolare.
Di fronte a ciò nessun antifascista onesto può rimanere in silenzio, né possono valere distinguo di sorta. O si sta con i fascisti e chi li riabilita e legittima, o con gli antifascisti.
domenica 14 febbraio 2010
Rovereto - Siamo accusati di “resistenza”: ebbene sì!
Un giornalista ha scritto che sabato a Rovereto c’era aria di carnevale, festa, coriandoli – ma purtroppo gli anarchici hanno rovinato tutto. Già, coriandoli, mascherine, shopping e una bella sfilata di neofascisti: questo doveva essere il pomeriggio roveretano del 13 febbraio.
Invece una trentina di compagni sono scesi in strada per non permettere ai fascisti di Fiamma Tricolore di marciare indisturbati. E certo per questi ultimi non sarebbe stato facile passare se non fossero stati accompagnati e difesi, come di consueto, dai loro protettori in divisa (il Battaglione di Laives dei carabinieri e il reparto Celere di Padova e Mestre, giunto dalla Valsusa...).
I giornalisti – che qualche tempo fa avevano fatto finta di indignarsi per i pestaggi compiuti dai militanti della Fiamma e per gli inneggiamenti a Hitler e a Mussolini contenuti nei loro siti – ora sottolineano che la manifestazione dei “giovani di destra” era autorizzata e che gli anarchici sono dei violenti. Noi avevamo promesso pubblicamente che i neofascisti non sarebbero mai più scesi in piazza senza problemi a Rovereto. Siamo gente di parola.
Invece una trentina di compagni sono scesi in strada per non permettere ai fascisti di Fiamma Tricolore di marciare indisturbati. E certo per questi ultimi non sarebbe stato facile passare se non fossero stati accompagnati e difesi, come di consueto, dai loro protettori in divisa (il Battaglione di Laives dei carabinieri e il reparto Celere di Padova e Mestre, giunto dalla Valsusa...).
I giornalisti – che qualche tempo fa avevano fatto finta di indignarsi per i pestaggi compiuti dai militanti della Fiamma e per gli inneggiamenti a Hitler e a Mussolini contenuti nei loro siti – ora sottolineano che la manifestazione dei “giovani di destra” era autorizzata e che gli anarchici sono dei violenti. Noi avevamo promesso pubblicamente che i neofascisti non sarebbero mai più scesi in piazza senza problemi a Rovereto. Siamo gente di parola.
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